Il Refettorio: gli affreschi dispersi
I rilievi effettuati prima della demolizione del monastero nel 1911 rivelano che il refettorio, posto nel lato sud del chiostro, aveva le stesse dimensioni di quello di Santa Maria delle Grazie dipinto da Leonardo con il Cenacolo. Di altezza inferiore a quello, misurava 35×8,65 metri. Nel 1497 il convento della Vettabbia passò dalla cura spirituale dei Padri domenicani di Sant’Eustorgio a quella della Congregazione Osservante di Santa Maria delle Grazie. Tale passaggio può spiegare la ripresa di soluzioni architettoniche e decorative che caratterizzavano il complesso delle Grazie. Pochi storici ci informano sul refettorio e la sua decorazione. Nel 1810 Giuseppe Bossi descrive l’Ultima Cena della Vettabbia come una mediocre copia da Leonardo e la data al 1560. Una lettera di Felice Bellotti del 1847 attribuisce al Montorfano una Crocefissione, evidentemente sulla parete opposta, mentre l’edizione aggiornata di Giulini (1854-1857) cita un’Ultima Cena affrescata da Luini strappata e misteriosamente portata a Berlino. Secondo Curti entrambi gli affreschi sarebbero stati staccati nel 1847 dal restauratore bresciano Bernardo Gallizioli, che si distinse per aver ideato un nuovo processo di stacco.
Poi, più nulla sappiamo degli affreschi del refettorio
Bibliografia
G.Bossi, Del Cenacolo di Leonardo da Vinci, Milano, 1810, vol. III, p. 144.
Archivio dell’Accademia di Brera, CARPI-A-VI 15, 9 dicembre 1847, Lettera di F. Bellotti all’I.R. Governo
G. Giulini, Memorie spettanti…, edizione aggiornata da M- Fabi, Milano, 1854-1857, vol. IV, p.340, nota 1.
P.A. Curti, Del trasporto dei dipinti antichi e del nuovo metodo di eseguirlo, usato dal pittore Alessandro Brison, relazione dell’Ateneo di Milano nella tornata del febrajo 1864, in “Il Politecnico”, vol. XXI, Milano 1864, p. 359.